Chi ha detto che i cimiteri debbano obbligatoriamente essere luoghi un po’ tetri e mesti? Sicuramente non gli abitanti di Săpânţa nel Maramureş, un minuscolo villaggio rumeno nel Nord-Est della Transilvania in cui si trova l’originalissimo Cimitir Vesel, ossia il cimitero allegro di Săpânţa. E non è un caso se, in questa remota regione ricca di storia e tradizioni antichissime, il rapporto con la morte è del tutto inconsueto e fuori dagli schemi.
Ma che com’è esattamente questo cimitero e perché viene definito “allegro”? E ancora, da dove viene il rapporto amichevole che gli abitanti della regione intrattengono con la morte?
Per rispondere a queste domande bisogna partire da molto lontano e risalire addirittura alle credenze e tradizioni degli antichi Daci, la popolazione autoctona che occupava l’odierna Romania prima che questa venisse conquistata dall’imperatore Traiano nel 106 DC. Ma procediamo con ordine.
Il cimitero allegro di Săpânța
Fin dall’ingresso del cimitero allegro di Săpânţa, la cosa che più sorprende il visitatore sono i colori sgargianti provenienti dalle tombe. Qui infatti, a commemorare il trapassato, non c’è nessuna lapide di marmo; al suo posto, invece, troverete una croce di legno intarsiato dipinta con abilità e maestria in un tripudio di colori nonché, sempre dipinto sul legno, un ritratto del defunto corredato da un epitaffio in chiave umoristica.
La semplice vita del villaggio
In questa bucolica regione della Romania, ancor oggi non è raro scorgere qualche babă (vecchietta) armata di rocca e fuso che fila la lana sull’uscio di casa scambiando quattro chiacchiere con le vicine. E se capitate da queste parti di domenica, vi imbatterete senz’altro in qualche famiglia in costume tradizionale che va a messa su un carretto trainato da cavalli. Insomma, si ha proprio l’impressione che qui nel Maramureş la vita scorra placida e tranquilla e che sia per lo più scandita dalle ricorrenze festive e dall’alternarsi delle stagioni.
È un’esistenza semplice quella degli abitanti di Săpânţa, la stessa che si rispecchia nelle scene stilizzate dipinte sulle loro tombe. Così anche chi non capisce il rumeno può facilmente indovinare che tipo di persona fosse il defunto.Riconosciamo così con facilità il maestro di scuola, il veterinario, la massaia, la suocera…I dipinti, insieme ai versi dell’epitaffio, hanno la funzione di illustrare alcuni sprazzi della vita quotidiana del morto, facendo spesso e volentieri l’occhiolino su qualche suo vizio o peccatuccio, come ad esempio un debole per le donne , una propensione un po’ troppo pronunciata per la ţuică (grappa) o una tendenza al battibecco.
Un esempio spassosissimo è la tomba della suocera:
Voi care treceţi pă aici Voi che passate di qui
Încercaţi să n-o treziţi Cercate di non svegliarla
Că acasă dacă vine Che se torna a casa
Iarăi cu gura pă mine Non la smette più di brontolare
Come nacque la tradizione del cimitero allegro di Săpânța
Gli studiosi di etnografia sono concordi nel sostenere che l’atteggiamento scherzoso nei confronti della morte derivi dalla tradizione dacica. I Daci, ovvero gli antenati degli odierni rumeni, consideravano la morte come un passaggio, come un mezzo attraverso il quale si sarebbero finalmente ricongiunti col loro dio Zalmoxis. Esagerando un po’ si potrebbe dire che per loro la morte era più un’occasione per far baldoria che per piangere.
Artisti pittori e poeti
Ma il primo ad aver avuto l’idea di dar voce al defunto e di fargli raccontare in versi e sovente in prima persona gli episodi più salienti della sua vita fu Stan Ioan Pătraş. Prendendo spunto dalle veglie funebri durante le quali i parenti e conoscenti del morto si riunivano e raccontavano qualche aneddoto sulla vita di quest’ultimo, Pătraş, unendo pittura scultura e poesia, ebbe l’idea di descrivere in pochi versi e nel colorito dialetto locale la semplice esistenza dei suoi compaesani.
Pătraş nacque nel Maramureş nel 1908 presso una famiglia di artigiani. Era un uomo semplice e timorato di Dio, ma pensava che la morte facesse parte della vita e che per questa ragione non la si dovesse considerare come una tragedia. Dal 1935 e per oltre quarant’anni contribuì a scolpire e a dar voce a vizi e virtù degli abitanti del villaggio e a regalare un sorriso alle numerose persone che ogni anno vengono qui a Săpânţa a visitare il cimitero allegro . Alla sua morte, avvenuta nel 1977, la torcia è passata al suo allievo e successore Dumitru Pop.
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15 Responses
Ammetto che una delle prime cose che visito nelle città sono i cimiteri. Secondo me sono un valido modo per entrare nella cultura locale. Ma questo è davvero particolare! Non ne ho mai visti di questo tipo e lo trovo davvero interessante, soprattutto la tomba della suocera!
Non amo molto i cimiteri, mi mettono molta tristezza. Di questo cimitero me ne aveva parlato un amico che ci è stato e devo dire che non mi dispiacerebbe andarci.
I cimiteri mi piacciono molto e li visito spesso perché sono lo specchio della città e del suo passato. Molto interessante questo cimitero che tratta la morte con l’ironia che serve a fare stare meglio chi sopravvive. Non mancherò di visitarlo, se capiterò in zona.
Sono un’appassionata di visite ai cimiteri, tanto da averne già visitato quelli più famosi delle capitali europee. Tra tanti cimiteri visti, me ne manca però uno così allegro come lo descrivi e come si intuisce dalle tue colorate foto. Mi sa che questo è davvero un buon modo per affrontare un momento della vita così triste.
Spesso la morte ci fa paura proprio perchè non sappiamo cosa potrebbe esserci dopo e se effettivamente c’è dopo.
L’idea di questo cimitero è però davvero particolare e sicuramente può allietare il lutto di chi ha perso una persona cara.
Avevo sentito parlare un sacco di questo cimitero e pensa che, proprio prima della pandemia, stavo organizzando un tour da queste parti con una mia amica del posto! Spero di riuscirci ad andare presto!
vivendo in Asia non mi stupiscono i cimiteri “allegri ” e il rapporto amichevole con la morte , ma questo cimitero è veramente originale
Non sono mai stata in Romania, ma solo questo cimitero così allegro mi incuriosisce ad organizzare un viaggio in questo Paese.
Quando visito le grandi città, mi piace perdermi all’interno dei grandi cimiteri, osservando le lapidi – soprattutto quelle di personaggi illustri – e credo proprio che una visita al cimitir vesel potrebbe piacermi.
Mi ha fatto sorridere il testo sulla lapide della tomba di una suocera ahaha… ho fatto la foto e l’ho inviato alla mia 😉
Sono sempre stata una appassionata di cimiteri, quando viaggio mi piace fotografare tutti quelli che vedo. Ma per essere onesta, è la prima volta che ne vedo uno così colorato e divertente!
Davvero interessante questo articolo! Non ne avevo mai sentito parlare e mi piace sempre scoprire aspetti culturali così particolari, soprattutto quelli più semplici legati alla vita delle persone comuni.
Che forte questo cimitero! Simpatica l’idea di riprendere in chiave umoristica qualche caratteristica del defunto. Ti consiglio un libro molto carino scritto da una travel blogger su questo tema (magari lo conosci già): Cemetery Safari! 👍🏻😊
Durante i miei viaggi mi è capitato di visitare altri cimiteri ma nessuno così folcloristico come questo in Romania! Paradossalmente la visita mette anche allegria con tutti questi colori.
Interessantissimo questo articolo! Non mi è mai capitato di visitare un cimitero così nel mondo. il raccontare della vita del defunto per immagini, quei colori sgargianti e poi l’ironia… La tomba della suocera è esilarante… Che spasso dovevano essere questi Daci😉
Ho sempre trovato i cimiteri non solo dei luoghi molto suggestivi, perchè traspaiono gli usi e i costumi di un popolo, ma anche posti in cui trovare deliziose espressioni artistiche. Molte tombe sono dei veri capolavori. Questo da te proposto direi che è davvero il non plus ultra!
Questo cimitero è bellissimo! Mi sembra un modo davvero unico di accettare qualcosa di inevitabile. Sarebbe divertente leggere i vari epitaffi con un rumeno, già quello della suocera mi ha steso😂